CAMPIONATO ITALIANO FOXING 2006
Todi, 22 e 23 luglio 2006 - CRONACHE
L’avvio della stagione 2006 è stato turbato da fatti molto gravi che hanno fatto molto male al Foxing italiano. Come anche riportato da molti giornali, di settore e non, nell’aprile di quest’anno è venuto improvvisamente a mancare il sostegno dello sponsor principale del Foxing italiano. Vista la struttura puramente dilettantistica del movimento del Foxing, il mancato contributo dello sponsor ha impedito alle società meno solide di poter coprire i costi di partecipazione al campionato, al quale non hanno così potuto iscriversi. Il campionato è comunque partito egualmente con le sole tre squadre iscritte: l’Indomita PRF, da sempre e di gran lunga la squadra società finanziariamente più solida, la L.F.C. Virtus Todi, sostenuta dai potenti mezzi economici del suo padre padrone Iocolano, e, inaspettatamente, il piccolo Calvi’s Best FC, sostenuto da una generosa colletta degli abitanti del piccolo paesino umbro, dove il Foxing sta assumendo sempre più l’aspetto di un autentico rito collettivo. Sono quindi venute a mancare le squadre laziali, tutte alle prese con problemi di bilancio e realtà troppo piccole per superarli autonomamente, in mancanza del contributo dello sponsor esterno. Il campionato 2006 è stato giocato quindi in formato ridotto, con solo tre squadre che tuttavia hanno offerto un buono spettacolo, anche se dall’esito scontato già in partenza. La sola squadra uscita più o meno indenne dalla bufera finanziaria è stata l’Indomita PRF: il nucleo della squadra campione in carica è rimasto sostanzialmente invariato e l’aggiunta di un paio di giovani promettenti, scovati dal Direttore Sportivo Pietro Scarponi, gran conoscitore di Foxing e autentico dominatore del mercato, ha lanciato anche un ponte verso il futuro. La Virtus Todi è arrivata all’appuntamento con il campionato con l’acqua alla gola. Nonostante le importanti risorse finanziarie con le quali il patron Aldo Iocolano ha rimpinguato le esauste casse sociali, alcuni degli elementi migliori si sono persi per strada, optando decisamente per il Lacrosse, l’altro sport di squadra nel quale la Virtus eccelle; l’acquisto di uno spento Pereira, demotivato dopo l’ultimo disastroso campionato a Sessano, e di un Passaretti non all’altezza della sua fama, hanno dato un deciso contribuito in negativo alla parabola discendente della squadra di Iocolano. A sorpresa, invece, è emerso il Calvi’s Best: sulle ali dell’entusiasmo popolare, ben convogliato dal presidente Sarnelli, personaggio idoneo a muovere le folle quasi come un novello Savonarola, la squadra ha trovato i finanziamenti per iscriversi al campionato. Nonostante la perdita di un Gambino Jr. ormai più attento alla successione dell’augusto genitore al vertice del Cricket italiano che al puro piacere generato da una partita di Foxing, il Todi ha ritrovato in Luca Bruno, genialmente riconfermato da Sarnelli quando invece la piazza ne reclamava la testa, il condottiero ideale per risalire la china nella quale era sprofondato dopo la disastrosa stagione 2006. La campagna acquisti di Sarnelli, forzatamente modesta per la mancanza di liquidità, ha portato però a Calvi Pampallona, che ha ritrovato finalmente il sorriso, e un giocatore di cricket dei tempi eroici, quel Fausto Barbassa creduto ormai sportivamente finito ma che invece è letteralmente rinato, rinfrancato dalle fresche colline umbre e sedotto dalle sue ottime salsicce…. A causa le sole tre squadre iscritte, il campionato si è ridotto a un triangolare giocato nel fine settimana del 22 e 23 luglio.
Sabato 22 e Domenica 23 luglio 2006 Risultato Punti
Calvi's Best FC - LFC Virtus Todi 32 - 15 25 - 11
LFC Virtus Todi - Indomita PRF 6 - 19 2 - 18
LFC Virtus Todi - Indomita PRF 6 - 19 2 - 18
Classifica Finale
Punti
Indomita PRF 46
Calvi’s Best FC 41
LFC Virtus Todi 13

 

INDOMITA PRF Campione d’Italia 2006

 

Nella prima partita esordio con il botto per la squadra di Sarnelli. Accolta da un tifo infernale da parte di tutta la popolazione della piccola cittadina umbra, la Virtus si faceva intimorire e non entrava mai in partita, soprattutto a causa di uno Iocolano assolutamente irriconoscibile rispetto al grande giocatore ammirato l’anno precedente. Anche il duo Mott-De Carli, leggendaria coppia di Cascading, deludeva, così come il giovane trentino Bonfadini, autentica bufala affibbiata dal famigerato Sassudelli, vecchia volpe del cricket trentino, a un troppo generoso e ingenuo Iocolano. Il Calvi’s Best, invece, spronato dal pubblico, si esibiva in una prestazione quasi perfetta, con un maestoso (per quanto leggermente appesantito) Barbassa e soprattutto con il nuovo acquisto Pampallona in grande evidenza, che deliziava il pubblico con un paio di “whistle blew” che ricordavano Melchiorri, il campione dell’Indomita maestro riconosciuto in questo difficile colpo con il Marred Face. Trionfo meritato, quindi, per la squadra di capitan Bruno, che aspettava ansiosa il risultato della prossima partita. Era una Virtus spenta e ormai demoralizzata quella che accoglieva l’Indomita nella seconda partita. Match senza storia, con l’Indomita travolgente che non faceva mai entrare in partita gli avversari: il mitico trilbie Ronconi-Benini demoliva letteralmente gli avversari e non faceva notare il momento opaco di Tronchi e Scarponi. Impeccabile come sempre Melchiorri nonché l’immarcescibile “Baffo” Da Costa, con tutta la squadra sui soliti, alti livelli. La partita merita però di essere ricordata per il singolare incidente verificatosi allo scadere del primo Innings. La Virtus Todi portava per la prima volta la propria mascotte al campo, che non poteva che essere un giovane elefante di medie dimensioni, simbolo della squadra nonché uno dei numerosi, elitari hobby del presidente Iocolano, che si diletta allevando elefanti, giraffe e coyote nella sua principesca tenuta nei pressi di Todi. Per la prima volta, però, anche i tifosi dell’Indomita portavano sul campo una mascotte, un piccolo e grazioso topo muschiato, versione ingentilita del simbolo storico dell’Indomita PRF, ovvero una minacciosa e aggressiva pantegana. Una banale disattenzione della maestra che portava la gabbietta permetteva al topolino di scappare e andare a finire così in vicinanza dell’elefante della Virtus Todi il quale, come quasi d’obbligo in casi del genere, scappava terrorizzato. A nulla valevano gli sforzi disperati del conducente indiano: l’elefante si scrollava in un attimo del baldacchino (dal quale stava seguendo la partita una delle fidanzate di Aldo Iocolano, fortunatamente uscita illesa dalla caduta da oltre due metri di altezza), distruggeva la staccionata e calpestava le numerose biciclette e motorini colà parcheggiati, travolgeva i due furgoni della famiglia Usman, arrivati da Trento per vendere kebab e pizzette pachistane, causando danni per circa 25.000 euro, investiva tre spettatori paganti e due non paganti, ferendone uno in modo leggero e lasciandone sotto shock un secondo (un militante DS che attribuiva subito la colpa dell’accaduto a un complotto ordito da Berlusconi). Nel frattempo la folla, inorridita e incredula, seguiva a bocca aperta per alcuni, interminabili secondi, le evoluzioni dell’elefante fin quando, in un rarissimo caso di scoppio simultaneo di panico, si gettava urlando verso l’uscita del campo, salvo poi rientrare immediatamente nei ranghi all’apparire dei tramezzini e del the, forniti con la consueta generosità dal presidente Iocolano a tutti gli spettatori. Ripreso dopo poco di nuovo saldamente in mano l’elefante da parte del conducente indiano, il secondo innings poteva iniziare regolarmente ma i giocatori della Virtus, ancora sotto shock per l’incidente appena occorso, non potevano nulla per fermare la corsa dell’Indomita verso la vittoria. Grande atmosfera per l’ultima, decisiva partita nella “Tana del topo”, il mitico campo dell’Indomita. Di fronte alla folla delle grandi occasioni Luca Bruno metteva in campo un Calvi spregiudicato, che vedeva nel nuovo acquisto trentino Barbassa un pilastro difensivo solido e in grado di comandare opportunamente il contenimento della Kite Line avversaria. L’Indomita tuttavia non si faceva impressionare più di tanto e, ben guidata dai soliti Diarchi Ronconi e Benini, schiacciava lentamente ma inesorabilmente il Calvi, facendo sua la partita e il titolo di Campioni d’Italia 2006. Grande prestazione del solito Melchiorri, ma tutta la squadra era all’altezza del momento, da un ritrovato Scarponi (molto applaudito da tutta la famiglia nonché idolo delle adolescenti: basti pensare che la maglia con il suo nome è la più richiesta dalle ragazze dai 14 ai 17 anni!) a un Mastrovalerio di nuovo in grado di fare la differenza, per non parlare poi dei “senatori” Tronchi, Pieri e Biadi, sempre ai loro consueti, elevatissimi livelli.
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