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di Guido Ronconi
Eccoci qua dopo alcune settimane di
silenzio! Molta acqua è passata sotto i ponti e molti wickets sono
caduti da allora, pertanto sarò costretto a sintetizzare avvenimenti
che avrebbero altrimenti richiesto ben più spazio di quello consentito
a questa rubrica dalla pazienza del lettore.
Prima di passare agli argomenti di attualità
veniamo a un punto che so bene essere molto atteso dai miei affezionati
lettori: parliamo qui, e mi esprimo con le parole di Sua Maestà,
„...mi pare chiaro oramai che a te si deve la creazione del parametro di
Ronconi ossia il rapporto punti/km, secondo grande contributo dell’Italia,
dopo la media Mura, alla statistica del cricket..."!!! In campionato purtroppo
la media è rimasta inchiodata su un tragico 0: anche con la Lazio
la dura legge dell’LBW mi ha punito spietatamente. Bisogna però
dire che questa volta l’LBW c’era veramente (non come contro Pianoro, quando
la palla rimbalzò sul leg e fui giudicato out!!!), anzi, direi un
KBW: Knee Before Wicket, in quanto la palla si è dolorosamente stampata
sulla parte interna del ginocchio destro e vi è rimasta, con la
sua inconfondibile sagoma rossa, per le due settimane successive!!! Vabbè,
sì, lo so che nella vita può succedere di molto peggio, però
finché si riesce a fare a meno del Prof. Perugia.....
La Marangoni Cup a Verona Il 12 giugno ha avuto luogo ha Verona la Marangoni Cup, torneo 6-a-side che ha visto la partecipazione del Verona, Trentino, Euratom Ispra e Torino. Ottima organizzazione del Verona, per la quale è da ringraziare Antonio Butt, fratello segreto di Luca Avancini. Il torneo è stato meritatamente vinto dall’Euratom, seguito dal Torino e dal Trentino, ultimo il Verona. Molto tirata la prima partita fra Verona e Trentino, conclusasi alla terz’ultima palla con la vittoria del Trentino per 49 per 4 a 48 a.o.. Devo qui lodare la mia prestazione, 10 punti che hanno consentito alla squadra di rimanere in partita in un momento particolarmente difficile. Sconfitti nettamente dall’Euratom, l’ultima partita contro Torino ha avuto un andamento piuttosto strano, ma la cosa che veramente conta è il mio 11 n.o. (in circa 10 palle) che, oltre a rialzare notevolmente la media punti/Km, ha fatto sì di deludere SAR, che ci ha onorati della Sua presenza insieme all’allenatore della Nazionale, Mr. Ferguson, che si aspettava/augurava una mia pronta eliminazione. Purtroppo la manifestazione è stata turbata dalle intemperanze di una piccola frangia di ultras, schegge impazzite in un mondo fatto di sportività e sano divertimento e dalle quali prendo decisamente le distanze stigmatizzandone il comportamento. Ci spiace constatare che SAR abbia appoggiato tali esasperazioni assumendo a volte un atteggiamento da capopopolo più consono a un Masaniello che a un personaggio della Sua levatura: queste sono veramente cose che fanno male al cricket. Precisazione È necessario qui effettuare una precisazione: l’Indomita è una Polisportiva: pertanto è chiaro che il cricket, per quanto importante, costituisce solo una parte degli interessi sportivi dell’Indomita. Quanto scritto in queste pagine ha il solo scopo di illustrare i fatti realmente accaduti sotto una luce ironica e poco seria, proprio perché mi sembra che molte cose vengano prese un po’ troppo sul serio. Visti da Lontano è una voce indipendente e assolutamente non „riccardomaggizzata", e forse proprio per questo antipatica a qualcuno, il cui scopo non è ne’ di irridere ne’ tantomeno di calunniare niente e nessuno: non siamo „nemici" della Federazione, come da alcune parti è stato insinuato, l’abbiamo criticata, e continueremo a farlo quando lo riterremo necessario, ma questo al solo scopo, oltre che di cercare di ricondurre il tutto alla sua giusta dimensione scrivendo qualcosa di poco serio e magari spiritoso, di smuovere le acque e creare un dibattito, possibilmente costruttivo, sui punti focali che di volta in volta possono venire alla luce e che rischierebbero altrimenti di essere accettati passivamente in un regime per alcuni versi stalinista.... Lodi alla Federazione saranno anche presenti, se e quando meritate, anche se in misura sicuramente minore delle critiche, se non altro perché le lodi sono già in molti a farle.... Ultima giornata di Play-Out / Play-Off Della partita vinta contro la Lazio
non c’è molto da dire, essa avrà però una conseguenza
nel prossimo campionato: la squadrà si munirà di una sagoma
di Mr. Ferguson che verrà fatta apparire a bordo campo appena dopo
l’ingresso di Arif in battuta, unico modo per riuscire a far andare l’italo-pakistano
in doppia, se non addirittura in tripla cifra!
Tutto come previsto nella semifinale Pianoro-Maremma, mentre a Roma succedeva l’incredibile! Lascio la parola a Antonio Maggiora Vergano, autore dell’articolo apparso su „Il Tempo" del 7/6/1999 e messo gentilmente a disposizione, con una piccola aggiunta finale, da Andrea Benini: Capannelle ko con l'inganno ROMA - Giallo nella semifinale d'andata tra Capannelle e Bologna.
Tutto nell'inning d'attacco dei romani, che inseguivano il 167 (splendida
centuria di Akhlaq) degli avversari. Su lancio del felsineo Khalin Khan
viene chiamato un appello per l'eliminazione del neozelandese del Capannelle
Chandler. Gli arbitri lo respingono, ma mentre si discute ancora, lo stesso
Chandler si allontana dal wicket e Khalin Khan abbatte il castelletto per
un run out che, se dal punto di vista del regolamento stretto è
ineccepibile, non lo è dal punto di vista sportivo. L'eliminazione
con "inganno" mette spalle al muro i capitolini, che da un buon 130/7 con
il giocatore migliore in campo, si trovano invece a un passo dal baratro.
La situazione in campo si fa pesantissima, con violenti alterchi tra romani
e bolognesi sedati con fatica. Il match riprende, ma la storia è
ormai segnata. L'ultimo wicket cade a quota 143 e per il Capannelle la
sconfitta equivale all'essere quasi fuori dalla finale scudetto.
Comportamento di Chandler a parte, che fa male al cricket perlomeno quanto veder giocare Fanelli, bisogna dare atto ai leoni del Jurassic Park Capannelle di essere andati a vincere meritatamente a Bologna nella partita di ritorno. Devo purtroppo prendere atto del fatto che Alfanzo Giaggiaraggià, mostro sacro del cricket italiano nonché padre putativo di tutti noi cresciuti crickettisticamente alla sua scuola, dopo anni di critiche, a mio modo di vedere pienamente giustificate, a chi portava sui campi italiani fuoriclasse stranieri, è andato a Canossa e si è munito di due professionisti del campionato inglese (secondo indiscrezioni pervenuteci da fonti degne della massima fiducia e situate molto in alto nella scala gerarchica della Federazione)! I risultati gli danno finora ragione, ma questo prepotente inserimento di stranieri fa temere per il futuro del vivaio della squadra capitolina e della celebre scuola cricket della Garbatella. Al gladiatorio CCC vanno comunque i migliori auguri per il raggiungimento della meritata finale. Concludo con un’altra nota personale: il sottoscritto è volato a Londra insieme a Luca Avancini e al tesoriere Marco Giunio Sassudelli per assistere alla finale dei campionati mondiali di cricket Pakistan-Australia. In realtà il vero scopo era la clamorosa operazione di mercato di cui si è brevemente parlato all’inizio e della quale mi assumo gran parte dei meriti, in quanto all’epoca il DS Mazzalupi, altrimenti naturalmente deputato a un simile incarico, era sul piede di partenza. I lettori mi perdoneranno se per il momento non posso dire di più. Comunque un fatto positivo di aver assistito alla finale è stata la consapevolezza di essere nati per diventare dei gattoni nel fielding: sornioni ma pronti a scatti felini per prendere catch impossibili! Dovremo lavorare molto sul ventre, specialmente io e Ava, ma ci riusciremo certamente! Finalmente anche un elogio alla Federazione nella persona di Sua Santità, che ha avuto pietà di me e di Luca e non ha voluto subito i soldi per i biglietti da Lui graziosamente anticipatici: grazie Maestà, senza la Sua bontà avremmo fatto la fame per i due giorni successivi!!! Stia tranquillo, riceverà il dovuto alla prima occasione!!! Bene, chiudo qui. Per evitare che il
servilismo ironico e di facciata venga confuso per servilismo vero e proprio
concludo non più con la frase consueta bensì con il ben più
virile augurio militare prussiano: „Mit Hals- und Beinbruch"!
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